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Video HI-FI Ott. 2004 Rega Cursa 3 & Maia 3 Sergio Vitangeli

Rega Cursa 3 & Maia 3

Rega presenta la terza serie di alcune sue elettroniche, il pacchetto di aggiornamenti comprende: l'integrato Mira, il pre Cursa, il finale stereo Maia, il finale mono Exon e il sintonizzatore Radio 3.
Questi componenti fanno parte del completo catalogo della casa inglese che, partita con la produzione di giradischi, comprende tutti gli elementi di una catena Audio, dalla sorgente alle casse, cavi ed accessori compresi.
Del Mira 3, abbinato alla sorgente Planet 2000, avete letto nel numero 3 la prova dell'amico Marco Caponera; oggetto di questo mio ascolto è la coppia pre Maia e finale Cursa.

Descrizione
L'estetica di questi nuovi Rega è accattivante (a me è arrivata la versione Silver, ma esiste anche la Black che costa un po' meno; dal punto di vista tecnico le due versioni sono identiche, il sovrappiù del prezzo della Silver è dovuto solo alla finitura del contenitore) e originale, il telaio è identico per tutte le elettroniche ed è nero con una alettatura nella parte inferiore adibita allo smaltimento del calore, questa è la base di tutti gli apparecchi che naturalmente differiscono per il frontale e il retro (questi in materiale sintetico); la parte nuova e' nel coperchio in estrusione di alluminio dal generoso spessore; certo, vista la profusione di ottimi materiali per il telaio ed il coperchio, non ci sarebbe dispiaciuto vedere, almeno il frontale del medesimo materiale, ma il contenimento dei costi, nei punti meno delicati, ha il suo peso. Una ricerca estetica che mostra come anche nelle aziende più restie a concedere spazio al Look si stia cambiando registro, effettivamente i primi Rega avevano una immagine solida ma spartana; ora con questi abbinamenti grigio/nero si è più in linea con le tendenze attuali.
Aprendo i due apparecchi si scopre però che nulla è cambiato dal punto di vista progettuale, quindi nessuna variazione di sostanza, solo uno stile più " trendy".

Cursa 3
Cosa ci può essere di più minimalista di un interruttore e una manopola di regolazione del volume? Come dichiarato dalla casa inglese lo scopo è quello di ottenere il miglior suono eliminando tutto l'inutile, rendendo al contempo semplice l'ultilizzo degli apparecchi. Nel Cursa c'è tutto questo, anche il balance è stato sacrificato per perseguire questo scopo, quindi: pulsante On/off che si illumina all'accensione e un unico potenziometro che svolge la doppia funzione di regolazione del volume e selettore delle sorgenti (il passaggio di funzione si ottiene con una piccola pressione sulla manopola).Gradevole l'utilizzo dei led rossi per la visualizzazione della sorgente e del livello del volume, detto livello viene mostrato nella corona del potenziometro;il pre è completamente telecomandabile (in questo caso il telecomando non è compreso, ma è disponibile come optional) e il ricevitore IRC è posto sul Logo Rega che si trova alla sinistra del frontale; alla destra del potenziometro ci sono i pulsanti per la selezione di un ingresso tape aggiuntivo e un tasto mute.
Gli ingressi possono essere 5 solo linea o 4 linea e uno phono, nel secondo caso è possibile scegliere tra una scheda aggiuntiva MM e una MC, la versione in mio possesso è MM; le uscite sono due per offrire la possibilità di pilotare una coppia di finali stereo.
Riguardo il pilotaggio dei finali il pre dà la possibilità di regolare il livello di uscita su tre valori: 212 mV; 830 mV; 1,25 V, in modo di adattarsi alle varie esigenze, di fabbrica esce settato su 830 mV, che è quello ottimale per l'ingresso del finale Maia. La casa inglese consiglia di far compiere le operazioni di modifica del livello di uscita da un rivenditore autorizzato Rega.
Un aspetto importante di questa nuova edizione del pre lo troviamo nel potenziometro e nella relativa regolazione del volume, non si tratta di un potenziometro ma di una apposita circuitazione : questa è costituita da una rete resistiva a commutazione analogica controllata digitalmente da un microprocessore; la risoluzione è a passi da 1dB con un totale di 80 steps che permettono una regolazione fine del livello di uscita.
La visualizzazione sui led posti sul frontale, intorno alla manopola di regolazione, viene fatta a passi di 4db, quindi 20 led; leggendo le specifiche della casa Inglese apprendiamo che le reti di resistenze a passi del controllo del volume sono posizionate nei circuiti di input e di controreazione dell'amplificatore di ingresso, a FET discreti, ottimizzando così il guadagno dell'amplificatore di linea per avere il migliore rapporto segnale/rumore. Inoltre, le reti di resistenze a passi fanno sì che l'ingresso sia ad impedenza costante, facendo vedere alla sorgente (CD, radio, registratore, ecc.) un carico sempre uguale ed eliminando i possibili cambiamenti della qualita' sonora dovuti a diverse posizioni del controllo di volume.
Il resto dell'interno mostra componentistica di ottima qualità tutta basata su montaggio a inserzione e una sezione di alimentazione che sembra adeguatamente dimensionata, sul percorso del segnale si notano degli ottimi condensatori Evox; un po' meno positivo il mio giudizio (deformazione professionale dovuta a decenni passati in azienda negli ambiti Ingegneria e Qualità) sulla piastra circuito stampato che non sembra in linea con il resto del progetto.

Maia 3
L'amplificatore finale ha una potenza dichiarata di 85 watt per canale, usa dei finali Sanken da 200 watt (le due coppie di finali sono fissate al telaio in basso); come si vede dalla foto sotto ci troviamo di fronte ad un finale dai due canali separati ( anche se l'elettronica risiede su una sola PCB) ognuno con la propria alimentazione costituita da due generosi trasformatori toroidali e da condensatori da 28.200 microFarad; anche in questo finale notiamo la presenza di condensatori Evox sul percorso di segnale; il Maia dispone anche di un circuito di protezione termica, contro i surriscaldamenti .

Ascolto, ovvero: ogni cosa fatta bene vuole il suo tempo.
Il mio primo contatto con una elettronica Rega lo ebbi qualche anno fa quando, dopo un periodo di abbandono della passione audiofila, decisi di rimettere su un piccolo impianto per ricominciare ad ascoltare i miei vinili, eravamo intorno al 1995.
Il Rega in questione era l'integrato Brio,che il negoziante,al quale mi ero rivolto,mi propose in confronto con il NAD 302 ( non essendo sicuro che la passione sarebbe rinata in me avevo deciso di ricominciare con materiale low budget) dopo ascolti ripetuti decisi che il suono preciso e dettagliato, ma un po' "secco" (perdonatemi il termine) del primo non faceva per me e scelsi il suono più caldo del Nad.
E' quindi con una certa curiosità, ascoltare come il suono della ditta inglese si è evoluto, che ho iniziato la prova; nel tempo intercorso dal 95 ad oggi il NAD intanto è stato sostituito da un Cyrus 3 alimentato da un PSX, pochi cambiamenti di impianto quindi, sono uno che si affeziona e non ho mai sentito la necessità di cambiare troppo gli apparati.
Il pre e finale mi sono arrivati corredati dal cavo di segnale Rega Coax e da quello di potenza Rega SC42, che secondo la casa inglese dovrebbero consentire una resa migliore alle due elettroniche al fine di ottenere il suono che si è prefissata in fase di progetto; dallo stato degli apparecchi si deduce che sono già stati utilizzati in precedenza, quindi un qualche rodaggio sembra sia stato fatto, con questa idea mi accingo, quindi, ad iniziare l'ascolto.

Sull'importanza del rodaggio e riscaldamento dei componenti hifi, per il loro corretto rendimento, si detto molto ed è cosa quasi assodata, ma lo stupore nel sentire come era poco probabile la resa sonora dei Rega dopo solo un'ora di preriscaldamento è stato sorprendente, segno anche di un numero non sufficiente di ore di riproduzione.
Ho capito così che il percorso per arrivare ad una prova attendibile sarebbe stato più lungo del previsto, da questo il titolo di questo paragrafo.

Ho messo la coppia inglese in rodaggio, per un giorno ed una notte, con il Marantz in repeat continuo, e ho voluto ascoltare come era evoluta la riproduzione sonora: il suono che usciva dai due apparecchi in prova aveva si un buon dettaglio e grande naturalezza , ma l'immagine e la riproduzione della gamma bassa erano veramente al di sotto delle aspettative.
La prima cosa che faccio è sostituire i cavi Rega con i miei, ma il risultato non cambia; punto della situazione: bisogna continuare a lavorare sul rodaggio. Questa volta dopo due giorni di riproduzione continua prima di ripetere il test. Ebbene sì, finalmente il suono esce da questi due ritrosi oggetti inglesi ed è una sonorità che rispecchia molto il modo di riprodurre la musica classico di certa scuola anglosassone: un grande dettaglio , precisione nella riproduzione spaziale degli strumenti, il pianoforte è riprodotto in maniera eccellente con le proporzioni larghezza, altezza e profondità credibilissime.L'immagine è ancora un po' troppo racchiusa e quasi mai si estende oltre i diffusori e il basso è ancora troppo frenato, anche se ricordo essere due caratteristiche del suono Rega mi sembrano tuttavia parametri su cui ancora si può lavorare con il rodaggio.

Certo a questo punto il pensiero mi corre a quale deve essere l'accortezza di chi vende queste elettroniche -che non sono fatte per stupire subito- nel proporle nel modo corretto ad un cliente : come impostazione Rega le ha studiate per essere semplicissime da usare, due collegamenti e via, ma dal punto di vista della resa migliore necessitano di un po' di pazienza.

Veniamo alle considerazioni che sono scaturite dopo un mese di ascolto. Mai come in questo caso mi era capitato di vedere come la resa sonora migliorava giorno dopo giorno, fino a raggiungere il suo livello migliore; grande analiticità, stabilità dell'immagine con una eccellente tridimensionalità, facilità nel riprodurre i passaggi più complicati , sia come resa timbrica che come necessità di potenza (gli 85 Watt aiutano molto) con una dinamica non travolgente ma sempre equilibrata , basso preciso e frenato , a volte si vorrebbe una maggiore discesa verso le basse frequenze, ma immagino che questa sia stata una scelta progettuale , con la conseguenza, quindi, che tutta la gamma viene presentata senza nessuna enfasi, riproducendo l'evento sonoro senza aggiungere niente (molto importante quindi una ottima sorgente), si nota solo un leggero predominio della gamma alta.

Dove invece ho preferito il mio riferimento è nel calore e nell'ampiezza dell'immagine, il basso del Cyrus scende più in giù di quello del duo Cursa/Maia contribuendo a dare più vigore alla musica, il Rega riproduce questa parte dello spettro in maniera più precisa ma un po' meno corposa; queste differenze si tramutano in maggior calore del mio riferimento, ma una migliore analiticità della coppia oggetto del test; se cercate le variazioni dinamiche da pugno allo stomaco o il pavimento che vibra sulle basse frequenze andate a cercare altrove.
L'immagine nei Rega è molto stile "monitor", cioè riproduce l'evento sonoro così com'è , senza aggiungere niente e senza falsificazioni spettacolari; tutto ottimamente ricostruito, seppur nello spazio tra i diffusori, e con una grande naturalezza.
Davvero ottimo l'accoppiamento del duo con la sorgente analogica, e non poteva essere altrimenti vista la storia di Rega, merito anche dell'ottima scheda phono MM, il Cursa riusciva a tenere sotto controllo in maniera eccellente l'esuberanza della mia Adcom montata sul Thorens TD160; venivano a mancare anche quelle piccole asprezze dovute alla sorgente digitale; davvero una naturalezza del suono notevole.

Conclusioni
La qualità tecnica e musicale di questi Rega è elevata, quello che consiglio è però un loro ascolto attento perché il suono è molto personale, la scelta di privilegiare la correttezza e naturalezza della riproduzione a scapito di una piccola enfasi delle frequenze basse è una scelta che prevede un acquirente attento alla vera essenza della musica.
E' comunque un'impostazione sonora che vi deve piacere e che conosce pochi mezzi termini: se non vi piace la odierete.
Altro consiglio è quello di lasciare sempre scaldare queste elettroniche per un'ora prima della seduta d'ascolto.

Impianto
Sorgenti analogiche: Pro-ject 6.1 con testina Grado Red ; Thorens TD160 con testina MC ad alta uscita Adcom.
Sorgente Digitale: Marantz CD 63 KIS
Amplificazione: Cyrus 3 + alimentatore PSX
Casse acustiche: Monitor Audio studio 3 ( torri da circa 90 DB di efficienza )
Cavi segnale: VDH ibrid MK2, YBA Cristal
Cavi di potenza: YBA Glass.

Sergio Vitangeli

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