Rivista | Data / Nr. | Argomento della recensione | Autore |
Fed.del Suono | 90–Lugl/Agosto 2001 | Cavi | Andio Morotti |
LA FAMIGLIA DI CAVI KLIMO
Rieccoci ad una prova di cavi, la fatica più improba per un recensore. Ci vogliono tempo, pazienza e un orecchio ben allenato, ma, soprattutto, ci vuole una metodologia di prova collaudata ed efficace. Per quest’ultimo aspetto rinvio i lettori all’ABC pubblicato sul n. 85 di FdS, nonché alla prova della famiglia di cavi Nadir pubblicata sempre sullo stesso numero della rivista.
Il problema più importante di quando si provano dei complementi è
quello di sintonizzare il lettore sulla lunghezza d'onda del giudizio del recensore.
Certo, questo è un principio che vale per qualunque prova d'ascolto ma,
mentre le differenze soniche tra - poniamo - due diffusori sono di solito eclatanti
e incontrovertibili, quelle tra due cavi, anche di classe diversa, riguardano
aspetti decisamente meno evidenti. Quantificare i diversi parametri sonici di
un cavo, o meglio, l'influenza di un cavo sui diversi parametri sonici di un
impianto, è quindi cosa che richiede un aggiustamento piuttosto "fine"
della sintonia tra chi scrive e chi legge. Anche perchè tutte le valutazioni
avvengono per confronti e quindi sono relative ai riferimenti utilizzati. L'ideale
sarebbe che i riferimenti fossero conosciuti dal lettore quanto dal recensore.
Non basta quindi indicarli, come è tuttavia doveroso fare. Ma poi, a
questo punto, subentrano variabili quali l'impianto col quale si è svolta
la prova, 1'ambiente d'ascolto e, non ultimo, il maggiore o minore allenamento
dell'orecchio. Mi scuserete, quindi, se spenderò un po' di tempo per
definire le modalità di questa prova nell'intento di dimostrare che,
pur senza pretendere di arrivare a giudizi assoluti, i risultati hanno comunque,
a mio parere, un elevato tasso di credibilità. In un qualunque processo
di generalizzazione si deve passare da risultati empiricamente riscontrabili
in un singolo caso a regole, o a tendenze, valide per la totalità, o
quasi, dei casi possibili. Pur con tutti i limiti che un simile procedimento
comporta, la cosa non è impossibile, se è vero che è in
questo modo che ognuno di noi arriva a formulare, più o meno consapevolmente,
le regole e i giudizi di valore sui quali basa le sue scelte e il suo modo di
vivere. Il problema è quello di trovare delle costanti. Per arrivare
a questo, nel mio piccolo, ho selezionato due impianti-base, di diverso livello,
un cavo di alimentazione, due di segnale e due di potenza che ho utilizzato
come riferimenti. Faccio notare che il “riferimento” non è
necessariamente un oggetto migliore di quello in prova, ma semplicemente un
oggetto ben conosciuto, e quindi adeguatamente collocato nella scala della qualità,
da usare come metro per trovare la giusta collocazione sulla medesima scala
dell'oggetto in prova, In particolare, i cavi di potenza e di segnale scelti
come riferimento appartengono a fasce di prezzo e di qualità molto diverse.
Comunque, ecco qua i nomi e i cognomi. Impianto “minor”: sorgente,
cdp Rega Planet (nuovo modello: ve ne parlerò prossimamente); amplificatore,
integrato Norma IPA 90R; diffusori Rega ARA. Impianto “major”: sorgente,
cdp Musical Fidelity A3; amplificatore, integrato ibrido Pathos Twin towers;
diffusori Sonus Faber Minima. Riferimenti: cavo di alimentazione Electrocompaniet;
cavi di segnale Rega (economico) e Dromos Eos (costoso); cavi di potenza Labirinti
Acoustici 7 mm2 (economico) e Dromos Eos (costoso). A questo punto sono partito
coi confronti incrociati, secondo le modalità che vi ho già descritto
negli articoli del n. 85, allo scopo di valutare comparativamente i più
economici dei cavi della famiglia Klimo, ricercando e isolando mentalmente le
caratteristiche che si mantenevano costanti e valutandole in base alla pre-valutazione
di quella dei riferimenti. Esempio: se io so che il riferimento A è caratterizzato
da una “discreta” trasparenza e il riferimento B da una “ottima”
trasparenza e il mio Klimo sia nell'impianto “minor” sia in quello
“major” si colloca esattamente a metà tra i due, valuterò
come "buona” la sua trasparenza. È solo un esempio, ma spero
sia stato chiaro: la conoscenza, si sa, è sempre il risultato di un confronto
tra il noto e l'ignoto. Di qui in avanti il confronto si è spostato interamente
in casa Klimo, perchè il secondo cavo di segnale è stato rapportato,
in confronti diretti, al primo, quello valutato coi riferimenti, e il terzo
col secondo. Lo stesso dicesi per i cavi di potenza. È chiaro che le
prove dei cavi di segnale sono state fatte utilizzando il miglior cavo di potenza
disponibile e viceversa, in modo da condizionare il meno possibile la valutazione
del cavo in prova. A mano a mano che i confronti procedevano, le valutazioni
venivano riportate sulla tabella messa a punto e illustrata voce per voce sul
numero 85 di FdS (a questo punto, se non l'avete, credo vi convenga richiedere
l'arretrato!). La verifica finale delle valutazioni così ottenute è
stata fatta mescolando un po' i componenti dei due impianti, per moltiplicare
il numero delle combinazioni. Come ciliegina sulla torta, ho infine verificato
le accoppiate anomale dei cavi Klimo, scegliendo a caso i cavi di potenza e
di segnale. I risultati di queste mie fatiche sono condensati nelle tabelle
comparative che vi presento. Per interpretarle, occorre tenere presente quanto
vi ho detto: solo il cavo più economico è stato valutato in confronto
coi riferimenti; il secondo è stato valutato in rapporto al primo e il
terzo, il più costoso, in relazione al secondo. In questo modo le tabelle
non solo risultano indicative della qualità del suono dei cavi in prova,
ma anche della loro maggiore o minore convenienza in rapporto al prezzo. Ma
avremo modo di fare qualche osservazione in chiusura di articolo.
I cavi Klimo. La nota casa tedesca produttrice di elettroniche valvolari di
alta qualità (Merlin, Merlino, Lar, Kent, Beltaine… chi non li
ricorda?), ha deciso di completare la gamma dei suoi prodotti con dei diffusori
(di prossima immissione sul mercato) e con la famiglia dei cavi oggi in prova,
peraltro sul mercato già da un paio di anni. In verità, il debutto
della Klimo nel settore dei cavi è ancora precedente, in quanto il cavo
di alimentazione, l’unico nel suo listino e perciò senza un preciso
nome, ha cominciato a fare la sua comparsa diversi anni fa, sia come cavo venduto
a se, sia come fornito in dotazione alle elettroniche. In questo modo, la Klimo
sta per chiudere il ciclo dell'impianto monomarca: dai dischi (la Open Window
è del dottor Klimo) ai diffusori, con l'unica eccezione - per il momento
almeno - della sorgente. Ma veniamo ai cavi. Vi dicevo: uno di alimentazione,
tre di segnale e tre di potenza. Il maggior difetto di questi cavi è,
al primo impatto, il nome. Lasciamo stare quello di alimentazione che non ha
un suo nome particolare; i cavi di segnale si chiamano, in ordine di prezzo
dal meno costoso al più costoso, EIS, AIS e DIS. E già qui un
razionalista come me trova da eccepire: perchè non in ordine alfabetico?
Sarebbe molto più facile da ricordare. I cavi di potenza si chiamano
AISIS, DISIS e Reference. Be', il Reference è chiaro che è il
top. Sarebbe logico pensare che l'AISIS fosse il cavo di potenza intermedio
dal momento che l'AIS è quello intermedio di segnale. Invece no: l'AISIS
è quello più economico, corrispondente all'EIS; l'intermedio è
il DISIS, quando iI DIS è invece il top di segnale. Sarà una logica
tedesca... oppure sarà la mia arteriosclerosi che comincia a farsi sentire;
fatto sta che ancora adesso, dopo mesi di uso e dopo una prova laboriosa e approfondita
come quella che ho fatto, sto scrivendo queste note con lo schemino dei nomi
sotto il naso. Detto questo, devo anche aggiungere che i difetti finiscono qui.
Perchè dal punto di vista del suono e della costruzione, i cavi Klimo
di difetti ne hanno ben pochi, tranne, se vogliamo, il diametro (e il peso)
del Reference e la limitata flessibilità del DISIS. La Klimo considera
di primaria importanza l'utilizzo di materiali ad elevatissimo grado di purezza
e il mantenimento delle caratteristiche elettriche - e quindi soniche - nel
tempo. Per raggiungere questi obiettivi, viene utilizzato un processo di lavorazione
detto di rifinitura a zone. Si tratta di una trafilatura di piccole quantità
di materiale a bassissima velocità. In tale modo le impurità si
concentrano verso la coda e possono quindi essere scartate. Questo tipo di lavorazione
è fondamentale - a quanto sostiene la Klimo - per salvaguardare la riproduzione
dei segnali di basso livello, che sono, tra l'altro, i responsabili della creazione
di una credibile e accurata scena acustica. Inoltre le armoniche non vengono
alterate, e questa è una cosa importante, perchè le armoniche
sono cose che quando ci sono, e sono naturali, non si avvertono, ma quando non
ci sono, o non sono corrette, rendono il suono stoppato o aggressivo. Di non
minore importanza è la struttura cristallina del conduttore, principale
responsabile della coerenza di fase. Ad essa la Klimo dichiara di dedicare grande
attenzione. I connettori e le saldature, infine, se non sono di adeguata qualità,
possono inficiare le performance soniche di qualunque cavo. Per questo la Klimo
vende i cavi di segnale solo in coppie terminate di 80 o di 120 cm. I cavi potenza
possono invece essere di qualunque misura, anche se è vivamente consigliabile
ordinarli già terminati al costruttore che, in tal modo, garantisce la
qualità delle forcelle e la correttezza della realizzazione delle saldature.
I cavi di segnale. L'EIS è un cavo relativamente economico (180 euro
la coppia 80+80 cm). È realizzato con rame ad alta conducibilità
e bassa impedenza. La capacità dichiarata è di 90 pF/m. L’isolamento
del conduttore è in PVC e l'isolamento della calza raggiunge il 95%.
Il suo diametro esterno è di 6 mm: Molto buona la flessibilità.
L’AIS e il DIS sono realizzati con una medesima tecnologia: conduttore
centrale in acciaio-rame e argento; schermo in rame-argento e stagno; l'isolamento
è stato ottenuto con Teflon Dupont + PVC; il dielettrico è in
Teflon Dupont e l'isolamento dello schermo raggiunge il 100%. Sono dati forniti
dal costruttore, ovviamente, che però vi riporto con piacere per due
motivi: il primo è che, anche ai non addetti ai lavori, permettono di
percepire la non-improvvisazione dei prodotti; il secondo è che, finalmente,
qualche costruttore di cavi solleva il velo di esoterismo e di mistero che sembra
avvolgere la realizzazione di questi complementi in un alone quasi magico. Una
schematica tabella comparativa dei valori dell’AIS e del DIS spiega perché,
pur impiegando la medesima tecnologia costruttiva, questi cavi si collochino
in due diverse classi di prezzo (390 euro per l’AIS 80+80, e 750 euro
per il DIS 80+80). Aggiungo che, all’osservazione, l’AIS non si
distingue dall’EIS, se non per il nome stampigliato sulla guaina, mentre
il DIS è più grosso e leggermente meno flessibile.
I cavi di potenza. Qui le informazioni della Klimo sono un po' meno dettagliate.
La casa tedesca sottolinea per tutti i cavi l’ottimo isolamento e la grande
resistenza garantiti dalla combinazione chimica della guaina, oltre che la tecnica
di avvolgimento dei trefoli, particolarmente importante nel modello Reference.
Tutti i cavi sono unipolari, il che significa che ci vogliono due cavi per ogni
diffusore, uno per il "positivo" e uno per il “negativo"
(i segnali sono a corrente alternata e queste accezioni hanno senso solo per
identificare correttezza della fase). L’AISIS ha una sezione superiore
ai 3mmq e un diametro esterno di 5 mm. Il DISIS ha una doppia guaina in teflon
con un diametro esterno di 6 mm. Il conduttore, a differenza di quello dell'
AISIS e del Reference che sono in rame puro, è di una lega di acciaio-rame
e argento. La resistenza è inferiore ai 12 ohm per Km. Ancora minore
è la resistenza del Reference: 0,6 ohm per Km. È un cavo massiccio
e pesante con ben 45 mmq di sezione e un diametro esterno di 14 mm. I prezzi
per una coppia terminata di 3+3 m variano da 350 euro per l'AISIS a 990 euro
per il DISIS a ben 1.990 euro per il Reference. Decisamente non siamo nella
classe più economica.
Il suono. Gli esiti delle mie prove hanno messo in luce alcune caratteristiche
tipiche della filosofia sonica Klimo, evidenti, anche se in diversa misura,
in tutti i cavi. La prima è la ricerca dell'equilibrio tra i vari parametri.
È questa, in fondo, la strada che porta alla naturalezza. La seconda
è la capacità di sottolineare la stabilità e credibilità
della scena acustica, senza la quale, a mio avviso, nessun ascolto può
essere veramente considerato ad alta fedeltà. La terza è l’attenzione
alla resa della dinamica, mai enfatizzata nè mai mortificata. La quarta
è la cura della resa timbrica, attenta al bilanciamento tonale e caratterizzata
da una trasparenza effettiva anche se non sottolineata. D'altra parte se si
vuole conservare la sana corposità del suono, la trasparenza non assume
mai, o quasi mai, quella immediata evidenza che nei cavi "leggerini"
balza all'orecchio fin dalle prime note. L'importante è che le informazioni
ci siano tutte. L'unica parziale eccezione a questa regola è costituita
dal DISIS che è un cavo un po' “specializzato" sulle medie
e le alte e che, per questo, risulta subito estremamente arioso e trasparente,
Ma, al di là delle osservazioni generali, le tabelle di valutazione parlano
piuttosto chiaro. Osservazioni. Voglio concludere questa prova con alcune mie
personalissime osservazioni sul rapporto resa sonica/prezzo. Premetto che non
è facile, perchè i vari cavi appartengono molto chiaramente a
fasce diverse e i risultati sonici (osservate le tabelle) sono nel complesso
piuttosto rispettosi dei vari livelli di prezzo. Per quanto riguarda il cavo
di alimentazione voglio notare che, a fronte di un costo non eccessivo (euro
130) ha una resa sonica di grande equilibrio. Personalmente lo considero uno
dei migliori acquisti possibili. Tra i cavi di segnale quello che mi pare godere
del miglior rapporto qualità musicale/prezzo è l'AIS, mentre tra
quelli di potenza è l'AISIS. Certo che, se potete permettervi di cablare
il vostro impianto con il DIS e il Reference, il risultato è strepitoso;
ma ci vuole un impianto all’altezza. Per un impianto medio anche l'accoppiata
AIS-AISIS va benissimo. L'EIS, infine, è tra le migliori soluzioni del
mercato per gli impianti economici, mentre il DISIS è un vero toccasana
per diffusori un po' gonfi e chiusi.
Andio Morotti
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