Rivista |
Data / Nr. |
Argomento della recensione |
Autore |
Audio Review |
240- novembre 2003 |
Klimo Merlino P e Tine |
Claudio Checchi |
KLIMO MERLINO P + TINE
Reduci dalla recente prova dell'eccezionale preamplificatore phono a due telai Lar Gold Plus, torniamo ancora una volta a occuparci di elettroniche Klimo. Con il modello menzionato siamo arrivati alla massima espansione del sistema di amplificazione di classe maggiore proposto dal costruttore tedesco, articolato su ben sette telai, se si comprende anche l'unità di uscita analogica per sorgenti digitali BOD, che annovera anche il preamplificatore di linea a due telai Merlino Gold Plus, e i finali monofonici da 40 watt ciascuno Kent Gold. I1 tutto per un prezzo complessivo che soltanto pochi possono affrontare, soprattutto se a quanto sopra elencato si voglia affiancare anche il giradischi a sospensione magnetica Tafelrunde, completo di braccio Lancellotto, fonorivelatore Ertanax e tavolo Gestell. Si tratta comunque di un sistema dalle qualità musicali di grandissimo rilievo, che quanti hanno presenziato alle numerose dimostrazioni, tenute dall'importatore presso i punti vendita più importanti della penisola, hanno potuto toccare con mano. Naturalmente, volendo mettersi in casa un'amplificazione Klimo, non è necessario arrivare a ordini di prezzo tanto elevati, ma si può spendere anche molto meno, facendo ricorso ad esempio al due telai esaminato in queste pagine. Di norma, l'amplificazione entry level di un qualsiasi costruttore, per quanto indirizzato all'ottenimento di risultati sonori di prim'ordine, è costituita da un integrato: Klimo, invece, anche per tale ruolo propone un due telai, composto dalle elettroniche Merlino P e Tine. Tenendo fede così alla sua filosofia, mirata all'ottenimento di prestazioni di vertice assoluto anche per mezzo della massima specializzazione di ciascuna elettronica, comprovata dal numero di telai in cui suddivide la sua amplificazione di punta. Come la denominazione del Merlino P lascia intendere, si tratta di un preamplificatore solo linea di tipo passivo, mentre il Tine è un finale stereofonico a valvole da 35 watt per canale.
Il Merlino P riprende in pieno l'estetica dei modelli di tipo attivo, con il caratteristico frontale in metacrilato a fondo nero. Anche la disposizione dei comandi è quella tipica delle versioni attive, con manopole di volume, attivazione delle uscite tape e selezione degli ingressi posizionate sulla parte sinistra, e contraddistinte dalla tipica finitura cromata che contrasta gradevolmente con il resto del frontale. In sostanza, è solo la scritta “passive”, che permette di distinguere il Merlino P dalle versioni di tipo attivo, il resto delle superfici esterne resta del tutto invariato. Per essere un preamplificatore passivo, si tratta di un qualcosa alquanto sui generis, dato che dispone di un interruttore di alimentazione, del quale in linea teorica non ci sarebbe assolutamente bisogno. In realtà. diversamente da tutti i pre passivi, il Merlino P dispone di un alimentatore interno, destinato a fornire energia al controllo motorizzato del volume, che quindi può essere comandato a distanza per mezzo di un telecomando, simile a quello fornito con il Merlino attivo, nonché al circuito di attivazione delle uscite di linea, basato su relè. Dunque, nonostante per il suo funzionamento di base non abbia bisogno di energia dato il suo status di preamplificatore passivo, il Merlino P richiede di essere collegato alla rete di distribuzione dell'energia elettrica e del posizionamento dell'interruttore su “on” per inviare il segnale all'amplificatore finale. Trattandosi dell'opzione più economica nella gamma di preamplificatori Klimo, il Merlino P può essere successivamente aggiornato sulle specifiche del Merlino, e quindi trasformato in un preamplificatore convenzionale con tubi termoionici quali componenti attivi, e addirittura su quelle del Merlino Plus, che riguardano l'estensione a due telai con l'impiego dell'alimentazione separata TPS. Malgrado la relativa economicità del suo prezzo di listino, insomma. il Merlino P permette al suo possessore un tangibile miglioramento nel corso del tempo, senza l'obbligo di affrontare spese troppo consistenti tutte in una volta. Il pannello posteriore comprende le prese d'ingresso per quattro sorgenti, un loop per registratore e doppie uscite di linea per il pilotaggio di una coppia di finali stereofonici. Anche il Tine somiglia parecchio alle elettroniche più costose del listino Klimo, ovverosia ai finali Kent Gold, dei quali riprende forma e dimensioni del telaio, oltre alla finitura del frontale. Quest'ultima, sempre realizzata in metacrilato trasparente a fondo nero, è caratterizzata di una finestra più ampia rispetto ai Kent Gold, che permette di osservare più agevolmente la circuitazione interna. Sia il Merlino P che il Tine hanno la spia di accensione rappresentata dal logo Klimo, una K iscritta in un cerchio, che si illumina di verde al momento dell'attivazione. Dei Kent Gold il Tine riprende anche gli elementi attivi della sezione finale, due coppie di EL 34 di produzione AEG, che vanno inserite in posizione a cura dell'acquirente, seguendo la numerazione da 1 a 4 in base alle indicazioni presenti sul manuale d'impiego. Si tratta di un'operazione per nulla complicata, da far eseguire eventualmente al rivenditore qualora non ci si senta troppo sicuri. Dopodichè si installa il pannello frontale, come avviene peraltro per gli altri finali di produzione Klimo, e il Tine è pronto per funzionare. La finitura del pannello che va a costituire la copertura e i lati del telaio è ora in nero goffrato, mentre i Kent Gold ne impiegano uno in metallo spazzolato e lucidato, che rappresenta in pratica l'unica diversificazione a livello estetico nei confronti del modello meno costoso.
L'interno del Merlino P è contraddistinto dalla semplicità estrema tipica dei preamplificatori passivi. Sulla singola scheda che occupa quasi la metà della superficie interna sono allineati i due selettori, il potenziometro motorizzato e pochi componenti passivi. Il tutto è della stessa identica qualità che contraddistingue le versioni più costose del preamplificatore. Meritano una menzione i percorsi di segnale e quelli di massa realizzati in oro. Lo spazio che resta vuoto è ovviamente a disposizione per il montaggio delle schede relative alla circuitazione propria dell'aggiornamento sulle specifiche delle versioni attive, Merlino e Merlino Plus. Per quel che riguarda l' amplificatore finale Tine, va detto innanzitutto che riprende la circuitazione dei monofonici Kent Gold, per quanto semplificata in alcuni punti. Il singolo trasformatore di alimentazione è un toroidale di generosità adeguata. Ad esso sono affiancati i trasformatori di uscita che diversamente dai monofonici non dispongono di avvolgimenti separati atti a rendere la sezione di uscita meglio compatibile con i carichi di diversa impedenza. Va detto comunque che, anticipando le impressioni d'ascolto, anche con sistemi di altoparlanti dall'impedenza decisamente bassa non si notano i sintomi di indecisione, mollezza e scarsa dinamica che spesso si rilevano con amplificazioni valvolari prive di tale possibilità di adattamento, e non particolarmente inclini al pilotaggio dei sistemi di impedenza inferiore agli 8 ohm. Il toroidale è un esemplare da 250 VA realizzato su specifiche Klimo, come del resto avviene per i trasformatori di uscita. Gli stadi driver sono affidati a due coppie di 12AX 7WA; mentre per quanto riguarda la componentistica passiva siamo sui consueti standard del costruttore, ben poco disposto a lasciare al caso i particolari delle sue realizzazioni. Il cablaggio che si diparte dalle prese d'ingresso viene effettuato con cavo Klimo Eisis. L'unico aspetto non del tutto soddisfacente riguarda gli elementi di serraggio in materiale sintetico per i morsetti di uscita, comunque dotati di anima metallica ricoperta in oro. Arriviamo così all'ascolto dell'amplificazione più economica del listino Klimo: se ciò avviene con ancora fresche nella mente le sensazioni suscitate da quella di vertice, si apprezza con qualche rammarico il minore rilievo delle doti di trasparenza estrema, di superba purezza sonora e di grande dinamica, aspetto quest'ultimo contraddistinto inoltre da una velocità nell'affrontare anche i transienti più ripidi ben poco comune nelle elettroniche valvolari, sia pure di rango più elevato. Se si tiene in considerazione il differenziale di prezzo particolarmente sensibile tra i due estremi della produzione Klimo, il due telai Merlino P - Tine non sfigura assolutamente, meritando anzi grande considerazione per le sue doti musicali che restano in ogni caso ben tangibili. Si apprezzano in primo luogo le caratteristiche di erogazione del Tine, ben più esuberanti di quanto si immaginerebbe valutando sulla carta il valore relativo alla potenza di targa. Si tratta insomma di 35 watt per canale particolarmente sostanziosi, capaci di spingere senza problemi diffusori anche complessi, in modo da permettere l'ottenimento di livelli di pressione sonora ragguardevoli, e senza scadere in compressioni o altri sintomi di fiato corto. Si nota ancora una volta, insomma, come il confronto tra i valori di potenza propri di amplificazioni a valvole e di quelle a stato solido debba essere affrontato adottando un coefficiente di correzione pari almeno a 2 a favore dei modelli a tubi. Valore quest'ultimo finanche riduttivo, dato che all'ascolto del Tine si può apprezzare una riserva energetica che appare superiore a quella dei più validi finali a transistor o a mosfet da 70 watt indistorti per canale, il che pone ancora una volta in evidenza come al principale vantaggio attribuito alle amplificazioni a stato solido, ovverosia quello di permettere con maggiore facilità l'ottenimento di potenze elevate, si debba fare una sostanziosa tara. Per quanto tale vantaggio sia effettivamente verificabile sotto il profilo delle misurazioni di laboratorio, sul campo ben difficilmente le amplificazioni a stato solido permettono di sfruttare appieno il loro potenziale, a meno di non voler sopportare tutti gli effetti secondari che da ciò derivano. Effetti inerenti la sonorità alquanto irruvidita e spigolosa che si può apprezzare richiedendo loro uno sforzo energetico maggiore, quasi sempre abbinata a quella scarsa disponibilità ad andare per il sottile con i particolari dell'informazione audio, condivisa in special modo dalla maggioranza degli esemplari di stazza maggiore.
Ci sono poi esemplari che riescono effettivamente a ridurre ai minimi termini la durezza tipica dello stato solido, sia pure a prezzo di una perdita di definizione, focalizzazione e analiticità che sovente danno l'impressione di rendere forse più dannosa la medicina della stessa malattia. Oltretutto, più si sale con la potenza richiesta all'amplificatore, e più si hanno problemi imputabili genericamente a una scarsa musicalità. Viceversa con le valvole, ovviamente entro determinati limiti, più si alza il volume e più la sonorità diviene chiara, vitale e convincente, rendendo alfine più godibile e assai meno problematico l'apprezzamento delle pressioni sonore di rilievo maggiore. Si tratta della dimostrazione lampante che i supposti vantaggi di erogazione attribuiti allo stato solido trovano la migliore conferma nell'ambito dei test di laboratorio, ma passando invece all'impiego per il quale qualsiasi apparecchiatura audio dovrebbe essere realizzata, l'ascolto di musica, le cose cambiano, e di molto. Oltre all'ottima disponibilità all'erogazione di potenza, il due telai Merlino P-Tine pone in grande evidenza la delicatezza della sua sonorità, che si mantiene tale anche durante i passaggi più complessi, affrontati senza perdite di coesione, rigonfiamenti della gamma medio bassa, compressioni sulla scena sonora. La capacità di districare masse orchestrali aggrovigliate, senza scadere in sintomi di ripiegamento su se stesso per ampiezza di risposta, gamma dinamica e tridimensionalità dell'immagine è un altro aspetto tra i più convincenti dell'amplificazione in esame, che sotto questo profilo rivela in maniera inequivocabile la parentela con i modelli Klimo di classe e costo maggiori. Pur non potendo ergersi al loro stesso livello, mette in luce prerogative di rilievo un pò sotto tutti i punti di vista, anche per quel che riguarda trasparenza e assenza di grana in gamma media. L'attenzione per i particolari con cui sono affrontati i programmi che richiedono la maggiore finezza di esecuzione lascia piacevolmente soddisfatti. Capacità di analisi, introspezione, definizione impeccabile delle sfumature timbriche proprie dei diversi strumenti che prendono parte all'esecuzione, contrasto e microcontrasto ottimamente delineati, come avviene peraltro per la differenziazione tra i vari piani sonori, rappresentano le doti che, con il prolungarsi dell'ascolto, si apprezzano maggiormente, per quanto vada sottolineato ancora una volta che non si tratta di prerogative allineate con quelle dei Klimo di classe maggiore, le doti timbriche della coppia di elettroniche in esame non prestano il fianco a critiche di sorta. Anche quando le informazioni dominanti caratterizzano in maniera più sostanziosa la riproduzione, resta sempre spazio per le componenti di supporto, che restano ben delineate e posizionate con esattezza sui livelli di competenza. Ruotando con maggior decisione la manopola del volume si apprezza la sostanziale refrattarietà a conferire caratteristiche artificiose alla riproduzione, quali asprezze, irruvidimenti o soltanto cenni di compressione, dai quali si resta ben lungi anche richiedendo l'erogazione di potenze sostanziose, tali da ricreare pressioni sonore di rilievo notevole. Anche in condizioni simili il Tine spinge che è una bellezza, destando ulteriori interrogativi riguardo all'effettiva consistenza e alle potenzialità insite in valori di potenza simili a quelli dichiarati dal suo costruttore. Il tutto conservando un valido contrasto dinamico e una riserva sufficiente per affrontare i transienti senza sintomi troppo evidenti di fiato corto. Anche per quanto riguarda la finezza della riproduzione si resta su livelli impeccabili, pur richiedendo al finale l'erogazione più sostanziosa. Siamo di fronte, in definitiva a una coppia di elettroniche che, anche non potendo essere confrontata direttamente con quelle di maggiore rilievo presenti nel listino Klimo, richiama da vicino la quasi totalità delle loro caratteristiche migliori, rendendo in sostanza giustizia all'investimento che richiedono, tutt'altro che inconsistente. Eppure, allo stesso tempo, il loro è un prezzo ancora contenuto, se si pensa a determinati esempi tanto osannati ma che al dunque disperdono una quantità di risorse fin troppo elevata nell'imposizione di determinate prerogative, in primo luogo sotto il profilo estetico, quasi volessero predisporre il loro ascoltatore ad un atteggiamento fin troppo condiscendente nei loro confronti. Approccio furbesco ma anche molto superficiale, che tuttavia non può ingannare un qualsiasi audiofilo in possesso dell'esperienza necessaria a non farsi distrarre da aspetti che, per quanto gradevoli, nulla hanno a che fare con le effettive doti di musicalità e di pregio della riproduzione sonora. Al momento attuale le caratteristiche esteriori sembrano effettivamente aver conquistato l'importanza maggiore, anche in segmenti che invece dovrebbero essere votati in primo luogo all'ottenimento di un livello qualitativo ben determinato sotto il profilo timbrico. Si tratta peraltro di aspetti che influiscono in maniera ben tangibile sui prezzi di listino, contribuendo in ultima analisi ad acuire ulteriormente i sintomi di una crisi che sembra farsi sempre più dura, e della quale è necessario prendere atto per po ter predisporre contromisure adeguate. Queste a mio modo di vedere riguardano il ritorno alla realizzazione di apparecchiature mirate in primo luogo alla qualità sonora, senza troppi fronzoli e finiture ricercate. Con il preamplificatore passivo Merlino P e il finale Tine, insomma, si entra in possesso di elettroniche ben curate sotto il profilo estetico, ma non mirate in primo luogo a lasciare a bocca aperta l'osservatore occasionale. Poco importa, perchè sono le loro prerogative sonore ad aver ricevuto le attenzioni maggiori, come è giusto che sia in un'accezione ancora corretta e realistica delle apparecchiature destinate alla riproduzione sonora di qualità superiore, che devono convincere prima l'udito poi il resto e non viceversa.
Claudio Checchi